NATURAL WILDLIFE RESEARCH

Appassionati Prepper ed esperti in Survival, Bushcraft e Tecniche primitive di sopravvivenza ma con un approccio diverso nei confronti della natura - Essere sempre pronti ad ogni evenienza, imprevisto, calamità naturale o sconvolgimenti del sistema sociale-economico-politico, essere in grado di vivere giorno per giorno come fosse l’ultimo ma con uno sguardo pensando al domani

GRUPPO LAZIO NATURAL WILDLIFE RESEARCH

La nostra filosofia di vita, il nostro stile quotidiano è tutto improntato sui ritmi naturali delle stagioni, sui ritmi circadiani ed essere in grado di vivere in tutti gli ambienti naturali entrando in sintonia con la natura selvatica, mai cercare di sottometterla, ma fruire con rispetto delle risorse naturali rinnovabili.

L’uomo è solo un ospite temporaneo nel sistema naturale della vita selvatica, non è quest’ultima che deve sottostare alle leggi dell’uomo ed essere plasmata, sfruttata ed ingabbiata, ma al contrario è l’uomo che deve adattarsi alle leggi della natura selvatica e da questa trarne sostentamento fisico e spirituale.

Solo chi è sereno nell’animo e puro nello spirito può riuscire ad integrarsi totalmente con la natura selvatica e riuscire a vivere.

Il concetto di sopravvivenza in ambiente naturale selvatico che per molti appassionati di Survival e Buschcraft è visto come una competizione, una lotta contro gli elementi, contro la natura, quasi nella ricerca spasmodica di piegarla a tutti i costi appunto per sopravvivere.

Per noi è invece uno stato d’animo, una filosofia e uno stile di vita naturale, che grazie alla Conoscenza, all’Apprendimento, alla Manualità, all’Intraprendenza, all’Adattabilità, alla Resilienza,  ma anche alla Rudezza e alla Forza, alla Sensibilità naturale ed il Senso del selvatico, ci permette di vivere in tutti gli ambienti anche i più estremi.....................e non di sopravvivere.

L’essere selvatico è impresso nel patrimonio genetico ma solo in pochi eletti.

VIVERE NELLA RURALITA' ED ESSERE SELVATICI

Definizione di selvatico

di animale: libero, dotato delle proprie caratteristiche naturali, che vive nell’ambito dei sistemi naturali;

di pianta: che si riproduce e si sviluppa da sé, secondo qualità innate;

di terra: incontaminata; un luogo dove la flora e la fauna originarie e potenziali sono intatte e interagiscono pienamente, e le forme della terra derivano interamente da forze non umane;

di raccolto: prodotto dall’eccesso e dall’esuberanza naturale delle piante selvatiche, nella loro crescita e produzione di frutti o semi;

di società: il cui ordine è cresciuto all’interno e si mantiene in forza del consenso e della tradizione, piuttosto che di una legislazione esplicita; cultura primaria, che si considera abitante originaria ed eterna del proprio territorio; società che resiste al dominio economico e politico della civiltà; società la cui economia è in rapporto stretto e sostenibile con l’ecosistema locale;

di individuo: che segue i costumi, lo stile e il codice di comportamento locali, senza curarsi dello standard della metropoli o della più vicina enclave commerciale; non intimidito, autonomo, libero e orgoglioso;

di comportamento: che resiste fieramente ad ogni oppressione, delimitazione o sfruttamento; libero, spontaneo non condizionato; espressivo, sensuale estatico.

(Tratto da - Gary Snyder – Nel Mondo Selvaggio – RED edizioni)

La vita rurale e l’essere selvatico inteso come vita sociale e quotidiana verso l’autosufficienza e l’autosostentamento, non fa più parte del patrimonio genetico dell’uomo civilizzato, tra l’altro essere civilizzato/educato/rispettoso è un termine anche tanto abusato, perché sfido chiunque a dirmi chi è più civilizzato/educato/rispettoso se un nativo Indiano d’America o un nostrano Urbanus.  Oggi tutto ci allontana dalle nostre origini, quando l’uomo era un raccoglitore di bacche e piante eduli, un cacciatore, un pescatore e poi un agricoltore e allevatore. Pochi esseri umani cosiddetti civilizzati in particolare quelli che vivono nelle grandi città “gli Urbanus” in caso di necessità anche temporanea, sarebbero in grado di sopravvivere in ambiente naturale e selvatico anche per poche ore. Il patrimonio genetico di questi, la conoscenza, la manualità, l’apprendimento, l’adattamento, la rudezza, la forza, la sensibilità naturale ed il senso del selvatico, tutto si è perso in nome di un progresso scellerato e di uno sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, il tutto per far posto alle mille comodità finanche inutili e ad uno esasperato consumismo volto solo allo spreco dove nulla viene riciclato e mantenuto, ma al contrario un continuo uso e getta. Il tutto a discapito dell’ambiente e del nostro essere uomo.

L’uomo è solo un ospite temporaneo nel sistema naturale della vita selvatica, non quest’ultima che deve sottostare alle leggi dell’uomo ed essere plasmata ed ingabbiata, ma al contrario è l’uomo che deve adattarsi alle leggi della natura selvatica e da questa trarne sostentamento fisico e spirituale.

La nostra filosofia di vita, il nostro stile quotidiano è tutto improntato sui ritmi naturali delle stagioni, sui ritmi circadiani, come del resto vivono tutti gli esseri viventi escluso l’uomo “civilizzato”, “l’Homo sapiens urbanus” dove lo scorrere delle giornate non è un correre dietro qualcosa e sempre di corsa per arrivare primi su tutto e cercare di guadagnare sempre più soldi e rimanere al passo dei tempi e delle mode. Noi rifuggiamo tutto questo e la storiella (tratto da “Elogio alla Semplicità” di John Lane, edizioni Il Libraio delle Stelle) qui di seguito simboleggia perfettamente il nostro pensiero ed il nostro vivere:……..…..un uomo d’affari vide con fastidio che il pescatore, sdraiato accanto alla propria barca fumava tranquillamente la pipa.

- Perché non stai pescando? Domandò l’uomo d’affari.
- Perché ho già pescato abbastanza pesce per tutto il giorno. Rispose il pescatore.
- Perché non ne peschi ancora? Domandò ancora l’uomo d’affari.
- E cosa ne farei? Rispose il pescatore.
- Guadagneresti più soldi. Allora potresti avere un motore da attaccare alla barca per andare al largo e pescare più pesci. Così potresti avere più denaro per acquistare una rete di nailon, e avendo più pesca avresti più denaro. Presto avresti tanto denaro da poterti comprare due barche o addirittura una flotta. Allora potresti essere ricco come me.
- E a quel punto cosa farei? Rispose il pescatore.
- Potresti rilassarti e goderti la vita. Replicò l’uomo di affari.
- Cosa credi che stia facendo ora? Rispose il pescatore.

Noi pratichiamo da anni una vita sociale e quotidiana rivolta verso l’autosufficienza e l’autosostentamento come da sempre hanno fatto e praticano tutt’ora molti “popoli nativi”, chiaramente per ovvi motivi, non possiamo escluderci totalmente dalla modernità che per il momento ci ingloba tutti, ma in ogni caso rifuggiamo e non siamo mai dietro al consumismo, allo spreco ed al sistema dell’usa e getta. Noi siamo per il completo riciclo delle cose e quindi del loro riutilizzo, che siano oggetti o che siano prodotti naturali. Noi siamo dei raccoglitori di bacche, frutti del bosco e delle piante eduli, siamo dei cacciatori e pescatori, ma anche orticoltori ed allevatori. Pratichiamo la Permacultura e cioè sfruttiamo e utilizziamo il nostro appezzamento di terra mantenendolo ecologicamente sano, rinnovabile e vario per le nostre esigenze alimentari ed energetiche.  Tutto questo ci porta a vivere serenamente il quotidiano a contatto diretto con la terra, la ruralità e la natura, lontano dai ritmi frenetici e del caos cittadino. Nel rispetto dell’etica e delle normative fruiamo a pieno di tutte le risorse naturali rinnovabili. Non sprechiamo denari dietro a vestiari di moda od altre mode in uso del popolo degli “Urbanus” vedi telefoni cellulari, computer, automobili moderne, etc.. Utilizziamo un abbigliamento semplice, essenziale e pratico ma robusto che dura nel tempo, pochi capi secondo le stagioni e secondo il nostro stile di vita, il tutto senza stupidi fronzoli e belletti. Per riscaldare casa e cucinare utilizziamo per l’80% legna raccolta ovunque e non tagliata verde tranne che potature, quindi caminetto e cucina economica. Per la nostra alimentazione solo carne e pesce cacciata e pescata da noi, allevamento animali da cortile ed orto naturale, pane, pasta, pizza e dolci fatti in casa. Per l’acqua da bere utilizziamo solo acqua proveniente dalle fonti pubbliche che andiamo a prendere periodicamente con delle bottiglie, le uniche cose alimentari che prendiamo esternamente sono zucchero, farina, olio dal frantoio e qualche formaggio, alcune volte con il sistema del baratto. Quotidianamente andiamo a recuperare molto pane dai forni, tra l’altro pane fresco del giorno precedente, nonché recuperiamo molta frutta e verdure varie dalle molte frutterie, anche in questo caso il più delle volte verdure e frutta appena intaccate ma non più vendibili per l’Homo sapiens urbanus. Quanto inutile spreco. Con tutto questo cibo non utilizzato dagli schizzinosi ed il pascolo naturale ci alimentiamo tutti i nostri animali e questi ci danno anche il concime naturale per il nostro orto.

Anche se viviamo in ambiente antropizzato, ognuno di noi si crea il proprio essere selvatico ed il proprio stato d’animo, il proprio mondo spirituale, ed in ultimo ma di primaria importanza: vivere con pochi soldi, lavorando poco e godendosi la vita a pieno in tutte le sue forme primordiali.

Nessuno individuo della specie Homo sapiens in particolare “l’Homo sapiens urbanus” è esente, o escluso dal creare danni all’ambiente naturale, anche indirettamente, perché proprio questa fame di modernità, di volere tutto e di più ad ogni costo alimentando sempre più questo consumismo che per molti inconsapevolmente sta portando il pianeta terra verso l’irreparabile.

Non sono esclusi neanche tutti quelli che professano una alimentazione senza l’uso o sfruttamento degli animali, anche loro sono colpevoli di fare danni all’ambiente naturale. L’ambientalista che si professa anticaccia o antipesca, l’animalista vegetariano o vegano, questi se non usano scarpe in cuoio le usano in materiale sintetico che è derivato dal petrolio, se usano una pelliccia ecologica anche questa viene dal petrolio, se usano una cinta sintetica anche questa è derivata dal petrolio, si muovono con l’auto ed inquinano l’aria, utilizzano centinaia di prodotti di plastica ed anche questi vengono dal petrolio, plastica che poi non è biodegradabile e quindi inquinante, utilizzano l’energia elettrica ed altre risorse energetiche per tutti i tipi di elettrodomestici e strumenti elettronici quindi sempre sfruttamento delle risorse e tanto materiale inquinante, con che cosa riscaldano le proprie case, sempre sfruttando risorse energetiche ed inquinanti. Ma anche il mangiare cosi detto sano, genuino, biologico lo è solo con l’uso di concimi naturali e quindi in gran parte anche a base di letame, letame che viene dall’allevamento degli animali domestici da reddito. Altrimenti se mangi vegetariano non proveniente da agricoltura biologica, ma da agricoltura intensiva, questa utilizza solo prodotti chimici altamente inquinanti e dannosi alla biodiversità, prodotti chimici persistenti anche negli anni nel ciclo vitale. In pochissime parole ogni nostra attività del quotidiano, ogni oggetto che usiamo, ogni cosa che possediamo ha provocato e provoca uno sfruttamento delle risorse naturali e nella maggioranza dei casi con effetti devastanti sul pianeta. L’Homo sapiens ed in particolare “l’Homo sapiens urbanus” è solo un grande ipocrita non in grado ad ergersi a paladino difensore della natura.

Per i nostri antenati i “popoli nativi” l’inseguimento, la cattura e l’uccisione di un animale era ed è sempre accompagnata da riti propiziatori alla caccia e da preghiere o riti di ringraziamento alle divinità della natura selvatica

Nell’universo naturale selvatico, che da sempre ci ha affascinato e continua ad affascinare e commuovere le sensibilità umane, esiste solo un dogma - la vita: nascere, crescere, nutrirsi, riprodursi, in un susseguirsi di predati e predatori per ritornare poi tutti dalla terra, in un ciclo naturale della vita e della morte di tutti gli esseri viventi che siano animali o piante. Da sempre la sofferenza è una parte essenziale della vita e senza la morte non ci sarebbe la vita. La caccia, la pesca, l’agricoltura, l’allevamento, in poche parole tutte le attività agro-silvo-pastorali fanno parte dell’essere selvatico tramandato dalla cultura, dalla storia e dalle tradizioni ed impresso nel nostro patrimonio genetico e di altri pochi eletti.

Nell’era globale e consumistica e della corsa alla modernità, dove tutti vogliono tutto e di più ad ogni costo, alimentando sempre più questo consumismo che sta portando il pianeta terra verso l’irreparabile. Anche se costretti a vivere in ambiente antropizzato, ognuno di noi si crea il proprio essere selvatico, il proprio stato d’animo, il proprio mondo spirituale, il proprio stile di vita. Uno stile di vita completamente immerso nella natura, come raccoglitori, come cacciatori, come pescatori, come agricoltori e come allevatori, quindi tutte quelle attività agro-silvo-pastorali che ancora fanno parte di quegli esseri selvatici che ci hanno tramandato nella storia, nelle tradizioni e nella cultura ancestrale primitiva.

 

 

 

 

 

BUSCHCRAFT - SURVIVAL - OUTDOOR - SCAUTISMO - PIONIERISMO - TRAPPER - TREKKING - ESCURSIONISMO - PREPPING - IL SIGNIFICATO E COSA SONO

PREMESSA -
Nell’era globale e consumistica e nella corsa quotidiana alla modernità, tutti vogliono tutto ad ogni costo, alimentando sempre più questo consumismo dell'uso e getta e dello spreco anche energetico ed alimentare, uno sfruttamento incontrollato ed eccessivo delle risorse naturali rinnovabili che sta portando il pianeta terra verso l’irreparabile in un vortice vizioso ormai irreversibile.

Pochi esseri umani cosiddetti civilizzati in particolare quelli che vivono nelle grandi città che io definisco “gli Urbanus” in caso di necessità anche temporanea, sarebbero in grado di sopravvivere in ambiente naturale e selvatico anche per poche ore? Credo proprio di no, ormai rammolliti dalla troppa modernità e agiatezza. Il patrimonio genetico di questi: la conoscenza, la manualità, l’apprendimento, l’adattamento, tutto si è perso in nome di un progresso scellerato e di uno sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, il tutto per far posto alle mille comodità finanche inutili e ad uno esasperato consumismo volto solo allo spreco dove nulla viene riciclato e mantenuto, ma al contrario un continuo uso e getta. Il tutto a discapito dell’ambiente e del nostro essere uomo.


Sintetizzando -

Buschcraft -
Busch uguale a bosco, etc., e da craft uguale a capacità, quindi sfruttare le proprie capacità tecniche e le conoscenze in ambito naturale e non solo, per vivere al meglio sfruttando le risorse che la natura mette a disposizione, per il rifugio, per il cibo, etc. 

Survival -
Uguale a sopravvivenza, quindi essere in grado in caso di necessità di riuscire a sopravvivere in ambiente naturale e non solo. Di solito praticata non per scelta ma per necessità in quanto trovati in condizioni emergenziali o di pericolo per i più svariati motivi.

Outdoor -
Uguale a fuori porta, uscita fuori porta, vita all'aria aperta, in pratica qualsiasi attività all'aria aperta è una attività outdoor.

Scautismo -
Scout uguale a ricognitore, esploratore, cioè colui che esplora nuovi territori, termine che era ed è in uso ancora da forze militari per indicare mezzi e personale per localizzare il nemico. Ma lo scopo più importante dello scautismo e della formazione scout è educare i giovani ad apprendere di spontanea volontà per potersela cavare nella vita  e nelle situazioni più svariate e in particolare in ambiente naturale, ma al contempo persone unite, organizzate e attrezzate per ogni evenienza. Apprendere le tecniche di sopravvivenza dei pionieri e dei nativi americani, le basi dell'odierno scautismo.

Pionierismo -
Pioniere, anche questo termine era in uso in ambito militare, infatti significava fante, soldato del genio e poi guastatore, ma comunque ora in questo ambito non più in uso,  Ma anche chi comincia a sfruttare territori vergini, quindi esploratore cioè colui che esplora terre sconosciute per stabilirvi e creare nuovi insediamenti, sfruttarne le risorse e promuovere nuove possibilità di vita, in pratica un colonizzatore. Cioè colui che apre una via agli altri, esplorando aree sconosciute e insediandosi in esse, in modo da consentire nuovi sbocchi all’attività umana.

Trapper -
I trappeur, ovvero dei cacciatori che percorrevano le montagne e i luoghi selvaggi del Nord America e che, per guadagnarsi da vivere, cacciavano gli animali da pelliccia e da queste trarne fonte economica e non solo, ovviamente cacciavano e catturavano gli animali con le trappole. Da qui il termine trapper. Queste persone passavano quasi tutto il tempo all’esterno, all’aria aperta a cacciare e a esplorare i territori più remoti.

Trekking -
Trekking dal verbo inglese to trek, che significa fare un viaggio lungo, camminando piano. Un mix tra camminata in mezzo alla natura ed escursionismo. Termine entrato in uso per indicare spostamenti a piedi di più giorni, in massima parte su sentieri, anche impervi, in zone per lo più montuose ma comunque in ambiente naturale e non servite da altre vie di comunicazione. 

Escursionismo -
L'escursionismo è camminare a piedi su percorsi naturali e finanche poco agevoli, in pratica il trekking e l'escursionismo sono la stessa cosa.

Prepping -
I prepper sono persone che si preparano e sono pronti ad ogni avvenimento emergenziale futuro o eventuale a corto, medio e lungo termine. In genere persone preparate anche all'autodifesa, con approvvigionamento di grandi scorte alimentari e acqua, l'autosufficienza logistica tramite la costruzione di strutture per sopravvivere o nascondersi, la preparazione di equipaggiamenti da sopravvivenza, ma spesso anche una formazione per le emergenze mediche come anche kit di prontosoccorso. etc. Il prepper è sempre pronto ad affrontare possibili interruzioni o mutamenti dell'ordine sociale o politico, su scale che vanno da quello locale a quella internazionale, ma anche pronti ad affrontare catastrofi naturali come alluvioni, inondazioni, esondazioni, terremoti, uragani, bufere di neve, incendi, etc. 
Disastri ambientali causati da attività umane come fuoriuscite chimiche, rilascio di agenti radioattivi o di materiali nucleari, incendi, etc.
Crollo generale della società causato da mancanza o indisponibilità di risorse come l'elettricità, il carburante, il cibo o l'acqua.
Crisi finanziarie o collassi economici. 
Una pandemia globale.


IL BUSCHRAFT comprende tutte queste attività e racchiude tutte le conoscenze tecnico-scientifiche, nonchè le capacità fisiche, mentali e finanche organizzative. 

Il nostro motto è: Osservare - Pianificare - Organizzare - Colpire l'Obiettivo.

Le tecniche di bushcraft, includono la capacità di accendere un fuoco, il saper riconoscere i segni, le tracce e i versi degli animali, ma anche il canto degli uccelli, saperne imitare i versi e i canti, avere le capacità di seguire le tracce e saperle interpretare, saper cacciare, saper pescare e saper costruire trappole, saper lavorare le carni e le pelli.  Conoscere e interpretare le variazioni stagionali, meteorologiche e climatiche, sapersi orientare con il sole e con le stelle. Essere in grado di costruire un riparo, un rifugio, saper utilizzare coltello, accetta e altri utensili, ma anche saper costruire con il legno, contenitori, utensili e attrezzi. Essere in grado di riconoscere piante, erbe e bacche commestibili, ma anche costruirsi corde. La filosofia del Buschcraft è quella di recuperare tutte quelle antiche conoscenze, cioè le tecniche primitive ben note ai nostri antenati e che abbiamo purtroppo perduto nel corso dei millenni. 
Aggiungo e mi sembra ovvio, che il moderno Buschcrafter è anche in grado di saper utilizzare tutti quegli strumenti e attrezzature moderne che possano essere  utili nelle molteplici attività di cui sopra e che sintetizzo in agro-silvo-pastorali.

Per noi il Buschcraft è invece uno stato d’animo, un'arte, una filosofia e uno stile di vita naturale, che proprio grazie alla Conoscenza, all’Apprendimento, alla Manualità, all’Intraprendenza, all’Adattabilità, alla Resilienza,  ma anche alla Rudezza ed alla Forza, nonchè alla  Sensibilità naturale ed il Senso del selvatico, ci permette di vivere in tutti gli ambienti anche i più estremi.....................ci permette di vivere e non di sopravvivere.

SIAMO SELVATICI, VIVIAMO DA SELVATICI, CON LA NATURA E PER LA NATURA, GIORNO PER GIORNO GUARDANDO AL DOMANI. (Stefano e Laura)

CHI E' FELICE  NELLA SOLITUDINE O E' UNA BESTIA SELVAGGIA O E' UN DIO. (Aristotele)